Raynor’s Hall

Distruggetemi

Racconto

Bentornati all’appuntamento bisettimanale!

In questa rubrica io, Alice Jane Raynor e Omnilegent ci mettiamo alla prova scrivendo un componimento partendo da uno stesso tema.

Il tema di oggi è

descrivere un edificio che sente il trascorrere del tempo dopo tanti anni che è stato costruito, dal suo punto di vista.

Assaggio

Solo una luce su un palo ricorda che sono qui. Mi hanno abbandonato che non ero neanche nato, dimenticato dal mondo. Sono invecchiato, senza essere utile a nessuno. Il freddo ghiaccia le mie fondamenta e il sole fa sbiadire le scritte che i vandali fanno su quel poco di me che esiste, almeno loro vengono a trovarmi. Sono pericoloso. La gente mi sta alla larga, temono che possano farsi male. Nessuno mi vuole, ma al contempo nessuno ha coraggio di porre fine al mio dolore. Non ho funzione, non servo. Sono troppo rovinato affinché qualcuno decida di coprire i miei pali con del cemento o con quei bei pannelli in vetro che erano stati progettati. Qualche volta un pezzo di metallo si stacca e cade. E fa male a qualcuno. Ce ne sono altri come me, in particolare un edificio all’ingresso della superstrada. Il vento a volte porta il suo dolore. Sapete, una volta ci hanno portato una ragazza. Fu solo per una serie di circostanze fortuite che non successe nulla. E lui urla. Anch’io lo faccio. Gli occhi dei pendolari che mi guardano con disprezzo, che mi vorrebbero distrutto, e ammetto che anch’io vorrei smettere di vedere gente farsi male. Sono stupidi a volere arrampicarsi su di me, ma essere la causa di dolore non mi piace. Avrei dovuto portare un po’ di vita in questa cittadina, invece sono diventato il simbolo di ciò che non sarebbe mai neanche dovuto partire, un progetto fallimentare. Prima o poi, il tempo mi ucciderà. Ma fino a quel momento, io resto qui, a soffrire il vento, la pioggia, la neve e il sole che gradualmente mi consumano.


Se abitate nei pressi della Brianza, forse conoscete l’ecomostro di Desio. Volevo descrivere un teatro in disuso, ma mentre scrivevo ho ripensato a quell’edificio. L’ho scritto di getto, senza ricontrollare quindi non so come è venuto. Spero che sia stato di vostro gradimento.

Alice Jane Raynor

Omnilegent


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