Raynor’s Hall

Passaparola

Flashforward

Il racconto ha partecipato all’iniziativa del Raynor’s Hall. Rispetto a quella versione (che potete trovare qui), è stato revisionato.

Tema: Telefono senza fili

Passaparola

Città di Falkedorf, sede dei Falchi Bianchi

«L’ultima volta Alain si è divertito tutto il tempo a insultare Pandora, e ora mi chiedono di lavorare di nuovo con lui?» A differenza delle persone comuni, quando Beatrix era furiosa, non urlava. Lei sussurrava.

«Beatrix, più forte. Parli troppo basso, ho capito solo insultare Pandora.» Metel ansimava cercando di starle al passo.

Beatrix rallentò per permettergli di avvicinarsi. Gli ordini erano che Alain dovesse dare loro supporto, ma l’uomo aveva lasciato tutto l’onere delle indagini e della pianificazione a Beatrix e Metel, quest’ultimo non era neanche un membro effettivo di Falkedorf, ma era stato inviato da una gilda alleata. I due non potevano ribellarsi a un ordine diretto di un maestro.

«Ma che ci dobbiamo fare con questi cosi?» chiese Metel.

I due assassini stavano portando alcune scatole contenenti diversi oggetti che, dal suono, apparivano molto fragili.

«Non lo so. Non mi stupirei gli servissero per un giochetto con qualche sua amichetta.»

«Certo che lo odi proprio…»

«Se mi lasciasse in pace non direi nulla, ma deve per forza richiedere sempre il mio aiuto e io mi devo sorbire le sue avances» disse stizzita la ragazza, incurante di chi potesse ascoltarla.

Destino volle che fu una nuova recluta a sentire, un giovane in attesa di essere affidato a un maestro. Li superò imbarazzato e corse in biblioteca, dove due compagni lo stavano aspettando. «Sara! Sara! Avevi ragione! Era Pandora a non volere che Alain e Beatrix si frequentassero, a quanto pare sono partiti insulti relativi a una missione e a dei giochetti

Sara si illuminò, dimenticando subito la rabbia causata dal ritardo del compagno di squadra. «Racconta, racconta!»

«Ho sentito parlare Metel, quello nuovo, e Beatrix! Parlavano della missione. A quanto pare Beatrix ha insultato Pandora che sarebbe dovuta andare con lui!»

«Forse è qualcosa relativo all’altra questione.»

«Altra questione?»

«Di cosa state parlando voi due?» Un ragazzo molto alto si avvicinò.

«Ciao Eric! La tua bella è stata insultata dall’amica del cuore!»

«Non ci credo, quelle due non…»

«Ha ragione Sara! L’ho sentito io!»

«Dovreste fare silenzio!» Li rimproverò una donna stanca dall’irruenza delle nuove reclute. Ogni volta che arrivavano in massa degli adepti era sempre la stessa storia, pensavano più ai pettegolezzi che alle missioni. Si allontanò dalla sala comune accompagnata dai gesti di scherno dei ragazzi offesi. Una voce richiamò la sua attenzione nel corridoio.

«Caterina! Pensavo dovessi studiare le lettere!»

«Certo, ma al mercato ci sarebbe meno caos. In biblioteca sparlano del nuovo arrivato. Dicono di aver sentito un certo Metel parlare con Beatrix accusandola di aver insultato Pandora e di aver difeso Alain… mi sembra strano però, mica si lamentava del fallimento della missione?»

«No no, la missione ha avuto successo, hanno anche parlato con il contatto. Anzi, dovrebbe arrivare a momenti.»

«Oh, quindi hanno ucciso il ricettatore? Bene. Ma allora perché avrebbe litigato con questo Metel?»

«Non lo so, forse era il loro obiettivo che tentava il tutto per tutto per salvarsi? Comunque bisogna fare rapporto al maestro Kali, per la questione delle lettere. Servono, guarda caso, a Beatrix e Alain… ahi.» Un ragazzo diede una spallata all’amico di Caterina.

«Scusa!» disse l’uomo. «Non volevo, vado di fretta!» e corse via, lasciando Caterina e il suo collega a discutere di codici e lettere.

Andrew, questo il nome dell’imbranato, corse dalla sua maestra Marlene. Doveva avvisarla di fare rapporto a Kali prima di quei due, almeno una segnalazione! Ancora qualche mese e avrebbero scelto i nuovi maestri e Beatrix era una delle più papabili al ruolo. Se davvero aveva insultato Pandora, altra candidata, e se davvero aveva ucciso il contatto, coperta da Alain, questa sarebbe stata la sua occasione per mettersi in mostra! Avrebbe gettato quanto meno la voce e sarebbe scesa di grado durante le indagini. Raggiunse l’ufficio della sua maestra.

«Marlene! Ho una notizia da darti!»

 ***

 Kali leggeva il foglietto scritto in fretta e furia da Marlene. L’iniziale senso di spaesamento stava lasciando il posto all’ira. Metel era stato ucciso da Beatrix, Alain la stava coprendo e Pandora avrebbe scoperto tutto, prendendosi insulti e minacce dalla prima. Kali si stava grattando la testa quando qualcuno bussò alla porta.

«Avanti…» disse poco convinta.

«Salve, mentore Kali. Le ho portato un pacco da parte di Alain. Potrei avere un permesso per l’archivio? Forse Metel ha un’idea su come trovare il capo del ricettatore.»

Kali guardò stupita la ragazza e il suo collega, poi di nuovo la lettera. Metel osservava con curiosità la scatola, azione strana per un morto che cammina. Le scappò una risata.

«Qualcosa non va?» chiese Beatrix.

«C’è qualche regolamento che lo impedisce?» aggiunse Metel.

«No, ma… secondo questa lettera dovremmo preparare il funerale di Metel, mettere sotto giudizio Beatrix e Alain, premiare Pandora.»

«Volete uccidermi?» chiese preoccupato Metel.

Kali consegnò il biglietto a Beatrix e guardò Metel. «Sei in forma per essere un cadavere.»

Metel prese il biglietto dalle mani della ragazza. «Mi pareva di aver capito che odiassi Alain… e invece vi siete messi d’accordo per uccidermi e occultare il mio cadavere! Dove mi avete messo?»

«Visto che devo averti ucciso in gilda, io controllerei tra le bambole di Alain.»

«Le… bambole?»

Metel guardò la ragazza alzando un sopracciglio, lei si rivolse a Kali.

«Possiamo avere quel permesso? Prima che ammazzi davvero un membro della gilda?»

Kali rise e iniziò a scrivere qualcosa su un pezzo di pergamena consegnandolo poi a Beatrix. «Dovresti farti più amici, prima o poi ti pugnaleranno alle spalle…»

«Tanto lo farebbero comunque, il punto è: quanto conviene loro fare infuriare Pandora?»


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