Raynor’s Hall
Racconto sperimentale
Questo racconto partecipa alla sfida Raynor’s Hall.
Tema: L’alba
Una mattina, Sole non voleva saperne di sorgere e la notte proseguì ben oltre le sei del mattino. A mezzogiorno si dovette mangiare in piena oscurità e potete immaginare quanto potesse essere stato strano.
«Ecco la pasta!» disse la mamma posando il piatto in tavola.
«Mamma, quello non è il tavolo. È la mia testa!»
Il buio non voleva proprio andarsene, ma Luna iniziava a essere stanca. Così urlò e urlò, finché il suo sorriso non divenne un cerchio tondo tondo. Eppure, neanche così Sole lo sentì.
«Accipicchia! Come lo sveglio ora Sole? Io voglio andare a dormire!»
E fu così che in suo aiuto arrivarono due umani, un uomo con la sua figlioletta.
«Buongiorno, Luna. Cosa ti impedisce di andare a letto e farci vivere il giorno?»
«La colpa non è mia» disse Luna. «Ma Sole sembra essere sparito. Potreste andare a controllare che fine ha fatto? Potete raggiungerlo attraversando il fiume del Tramonto, la sua casa si trova oltre l’Orizzonte.»
Fu così che il papà e la figlioletta si recarono a casa di Sole. Come aveva detto Luna, lo trovarono dopo il Tramonto e oltre Orizzonte. Viveva in una casetta piccina, ma tanto calda e accogliente. Non si entrava dal basso, ma dal soffitto e quello fu un problema. L’uomo aiutò la bambina ad arrampicarsi fin sul tetto, che serviva anche da porta di ingresso. Trovò Sole rannicchiato, in un angolino. Stava piangendo.
«Che succede, Sole? Qualcuno ti ha fatto del male?» chiese la bimba.
«Terra mi tratta male. Secondo lei la rovino, perché dopo l’umidità della notte, si crepa tutta. Dice che sono inutile e che non servo a nulla.»
La bambina gli si sedette accanto e gli accarezzò alcuni dei raggi.
«Terra non sa quel che dice. Senza di te le piante non nascerebbero e molte persone e molti animali ne soffrirebbero. Vedi, Sole, senza di te i fiori non sbocciano e noi bambini non possiamo giocare o disegnare. Non credo che Terra volesse davvero trattarti male, ma che fosse nervosa per qualcosa. Tu non sei inutile. Ma anche se lo fossi, questo non significherebbe nulla. Noi non siamo la nostra utilità, non solo. Altrimenti noi bambini saremmo inutili. Andiamo a giocare assieme?»
Sole sorrise e decise, infine, di sorgere ogni giorno, affinché potesse sempre dare luce ai bambini.
Vi sarebbe piaciuto finisse così, vero? E invece no. Una volta arrivati alla casa di Sole, quando la bambina provò a toccare uno dei suoi raggi, prese fuoco e bruciò. Il Sole si irritò così tanto da salire in cielo. Luna, che non aveva capito nulla di cosa fosse successo e neanche le importava, poté tornare a dormire.
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Che racconto simpatico! All’inizio avevo pensato a elios, il dio greco, ma poi era ‘solo’ le personificaziono degli elementi.
Che finale cattivo comunque
Natura matrigna fino alla fine 😂😂😂
Sarebbe dovuto essere più lungo (il padre che cerca la vendetta, per esempio), ma non avevo tempo né idee xD quindi ho chiuso lì, tanto il padre non avrebbe potuto comunque fare nulla xD
Quando ho iniziato a leggere questo racconto, avevo messo seriamente in dubbio la tua condizione psicofisica. E già ero pronta a raggiungerti a casa a misurarti la febbre.
Ma poi nelle ultime righe ti sei ripresa, mi sono tranquillizzata (e ho riso tantissimo ❤ )
Dovreste saperlo che se scrivo qualcosa di troppo puccio, c’è la sorpresa sul finale
Splendido, anche se alla fine la nota di tristezza è stata più forte di quanto credessi :/
Era un modo per prendere un po’ in giro le storie didascaliche che poco sopporto. Infatti la bambina si lancia in una filippica sull’utilità che termina in modo un po’ casuale. Se leggi gli altri commenti, per tutti è stato un po’ dissonante rispetto ai racconti che scrivo di solito, proprio perché di norma sono più diretta.