Raynor’s Hall
Racconto sperimentale
Questo racconto partecipa alla sfida Raynor’s Hall.
Tema: Una chiamata inaspettata
«Sì, sì. Ho capito, ma sono le 23:00, vorrei andare a casa.» Iniziò a giocherellare con la penna nervosamente. «Ho capito che dall’altra parte del mondo sono le due del pomeriggio, qui no. Cosa intende dire?» Ascoltò con profondo interesse. Smise di giocare con la penna e aprì il portatile. «Non può essere, è una fake news, dai.» Quanto ci mette questo pc ad accendersi? «Sì sì, ora vedo… un attimo che si accenda… ecco. Wow. Hai ragione, ne parlano tutti ma… va bene i video, ma possono essere creati con l’ia, hai sentito anche tu cosa sono in grado di fare… Va bene, ho capito. Lo contatterò, ma nel frattempo voglio che si inizi un qualche tipo di indagine, ci penserò io.» Riaggancia.
Il video brilla nell’oscurità, il titolo si riflette sulla lente degli occhiali.
Le prove. Questa volta sembra essere vero: il figlio del demonio è tra noi.
Ma davvero ci credevano? Sospirò e chiamò il produttore. «Mi dispiace disturbarla a quest’ora, ha sentito?… Sì, pare ci siano le prove… No, Francis lo vuole scritturare per il prossimo film. Lo farò a prescindere ma è cosciente che sarà tutta una farsa?… Sì, mi metto all’opera, stia tranquillo.»
Mise giù di nuovo e cercò il suo telefono personale. Teneva nettamente separate vita privata e lavorativa, altrimenti sarebbe stato il caos.
«Ciao, papà. Hai sentito?» Dall’altra parte sentiva gente che sbraitava, in preda all’isteria di massa. Sì, avevano saputo. «No, tranquillo. Conosco questa gente, dagli un altro argomento e dimenticano tutto, chessò una guerra… Non va bene? Ne stiamo parlando da troppo tempo? Vabbè, è il tuo compito pensare agli argomenti da diffondere… No, le epidemie attualmente non fanno scalpore e… come lasciare tutto così?» Non voleva crederci. Sarebbe stato meno profittevole. «Ah, dici che è già successo? Ma senti… è vero?» Annuì. «Ascolta, ma allora se dessimo loro davvero quello che vogliono?» Guardò la pistola nella fondina dimenticata su una sedia. «Perché mi sono stancato, era divertente una volta, ora ci vanno di mezzo solo i soliti.» Andò a prendere i proiettili da una scrivania. «O dai, quanto sangue puro avrà nelle vene? Sì, sono stufo per ora. Voglio tornare a casa. Lascio un corpo e mi prendo un’altra identità.» Si guardò attorno e decise che sarebbe stato più divertente creare una scena farlocca. Appoggiò il telefono e si mise a disegnare, a lanciare libri, ad accendere candele… quando fu soddisfatto, riprese il discorso. «Ho pure mandato una mail a ‘sto tizio, crederanno che ci sia un qualche collegamento. Stavo pensando… mandare anche qualcuno a crearlo realmente questo collegamento. Bene, sì. A fra poco, papà. Ci vediamo all’inferno.»
E sparò.
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Devo dire che questo tuo nuovo modo di scrivere racconti mi piace moltissimo. Tra l’altro adoro l’uso delle parole per delineare caratteri diversi nelle chiamate fino a raggiungere la climax finale
Grazie ❤️
ammetto che l’ho letto 2 volte e sono ancora spiazzato
lavoro satanico suppongo 😂
un plot twist piuttosto forte, che costringe il lettore a rileggere tutto (per fortuna che è breve), molto azzeccata; anche la chiamata inaspettata, è lui a farla no?
Sì, lavoro satanico 😂
Mi sono creata su excel un generatore casuale di termini e li ho ficcati quasi tutti nel testo.
La chiamata a sorpresa è doppia sì, prima quella che riceve, poi quella che fa al “papà”.
Ah giusto
La prima rispetto alla seconda mi è sembrata quasi normale e non ci ho fatto caso 😆
Era voluto 😂 volevo creare un effetto crescendo di: ma di che stanno parlando?
Beh con me è riuscito 😆