Punti di Vista

La Stella e il Ciocco

Racconto

Punti di Vista

Io, Alice Jane Raynor e Omnilegent riapriamo la rubrica sui Punti di Vista in cui scriviamo qualcosa partendo da un punto di vista speciale.

Tema

Per Natale facciamo qualcosa di un po’ diverso. Ho scritto un piccolo racconto natalizio che Alice e Omnilegent riscriveranno seguendo un punto di vista diverso. Spero gradiate questo piccolo racconto.


Tutti gli oggetti sanno che esiste una notte all’anno in cui ogni desiderio può essere esaudito, basta solo chiedere alla persona giusta.

Tanto tempo fa, in una casa ormai dimenticata, il desiderio di un piccolo ciocco di legno era quello di non spegnersi mai. Voleva continuare a scaldare le case, a sentire le persone discorrere allegramente, vederle leggere un libro o appisolarsi al tepore del suo fuoco, nonostante sapesse che la sua vita sarebbe stata breve. Così, quando lo misero in mezzo agli altri per essere acceso l’indomani, sperò con tutto il cuore di riuscire almeno a essere il più splendente di tutti.

Tic, tic, tic.

Qualcuno stava bussando nella canna fumaria… no, qualcosa stava cadendo dalla canna fumaria. Sbatté da un mattone all’altro, saltando da una parete all’altra come una pallina e infine gli cadde addosso. Immediatamente prese fuoco e il piccolo ciocco si mise a urlare. Non doveva, non doveva! Voleva brillare per i bambini della casa e non bruciare non visto da nessuno.

«Scusa, scusa, scusa! Non urlare, ti prego!»

Il piccolo ciocco, sentendo l’oggetto parlare, urlò ancora di più.

«Allora! La vogliamo piantare? Non se ne può più, che succede?» chiese una decorazione appesa poco sopra il camino. «Se continui così, prendo fuoco anch’io!»

«Ma non lo vedi?» rispose il ciocco. «Sto morendo!»

«Anch’io, in realtà» rispose la vocina.

«Qua va a fuoco la casa se non la piantate!» urlò qualcun altro, non si capì bene chi. Forse il cuscino sul divano.

«In che senso anche tu?» chiese il ciocco, ignorando il paranoico.

«Sono una stellina affidata a un bambino. Sai, quella stella a cui chiedono sempre i desideri. Ce n’è una per bambino. Non possiamo davvero esaudirli, ma li ascoltiamo e cerchiamo, nel nostro piccolo, di dare la forza di perseguire i loro sogni. Ma il mio bambino ha smesso di sognare, quindi ora io sto per morire.»

Il ciocco smise di agitarsi, mentre la stellina sembrava rimpicciolirsi sempre di più.

«Non va bene» disse il ciocco. «Questa è la notte dei desideri. Ti faremo tornare alla notte e faremo sognare ancora il tuo bambino!»

Il ciocco allora chiamò a raccolta tutti i giocattoli. Una bambola mise a disposizione il suo abitino, il cuscino un po’ della sua imbottitura per far stare comoda la stellina, le decorazioni un frammento di sé per creare le pareti e finalmente prese forma un razzo che funzionava a zucchero e cannella. La casa si riempì di odori e profumi e, poco prima dell’alba, la loro navetta fu pronta, ma mancava ancora una cosa: il fuoco necessario affinché il razzo potesse arrivare alle stelle. La stellina era troppo debole per alimentare il carburante e allora il ciocco disse: «Ci penso io! Brucerò lo zucchero e la cannella finché non arriveremo dalle tue sorelle!»

«Ciocco, ma così ti consumerai del tutto» disse la decorazione.

«Lo so. Ma avrò ridato i sogni a un bambino.»

E così il ciocco bruciò e il razzo attraversò il camino con la stellina a bordo. Arrivò fino alle nuvole, ma non oltre perché il povero ciocco consumò tutto sé stesso e si trasformò in cenere. Il razzo cominciò a precipitare ma atterrò su una strana slitta trainata da renne.

«Che cosa abbiamo qui? Un razzo?» Babbo Natale prese il piccolo oggettino e lo aprì. Dentro, la stellina morente stava piangendo per la morte dell’amico ciocco.

«Oh, Babbo Natale. Ho fallito la mia missione. Il mio bimbo non sogna più e inoltre un piccolo ciocco si è sacrificato per me, ma è stato tutto inutile.»

Babbo Natale, commosso dal sacrificio del ciocco, decise di fargli un ultimo dono. «Un bambino smette di sognare quando cresce e non guarda più alle stelle perché la speranza è più dolorosa della realtà. Ma un modo per salvarvi tutti e tre c’è: diventa un sogno, piccola stellina.»

Babbo Natale unì la vera essenza della stellina alla cenere del ciocco e, quando arrivò alla casa del bambino, sparse la sabbia sui suoi occhi. «Quando il mondo diventa troppo pesante, questi due amici ti aiuteranno a dormire sereno.»

Da quel giorno, quando una stellina smette di avere il suo ruolo di sostenitrice, cerca un ciocco sognatore e insieme aiutano gli adulti a non dimenticare i loro sogni, anche se hanno smesso di guardare alle stelle.


Alice Jane Raynor

Omnilegent



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